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  • Immagine del redattoreFrancesca Lovatelli Caetani

VIP – VERY IMPORTANT PET Storia dei re e regine e dei loro amici animali

Aggiornamento: 27 set


un gatto ed un cane in alta uniforme
Opera editoriale di Enrico Ercole

Per la prima volta un saggio storico completo esplora il complesso e, spesso, singolare rapporto che ha legato i più potenti sovrani della Storia ai loro amici a quattro zampe, cani e gatti e non solo.

Il volume “VIP - Very Important Pet” di Enrico Ercole, edito da Rossini Editore (211 pagine, 19.99 euro), è disponibile in tutte le librerie.


E' stato presentato presso i bellissimi spazi di Gonzaga7 (Via Gonzaga 7, Milano) con Enrico Ercole (autore) e Alex Miozzi (scrittore). Durante l’incontro sono stati svelati alcuni segreti sui rapporti che hanno legato i grandi sovrani e sovrane della storia ai loro amati pet, cani e gatti (e non solo). La scelta della location per la presentazione non è stata affatto casuale: Gonzaga7 sorge proprio dove nel 1300 sorgeva la Ca’ di Can, ossia il grande edificio fatto erigere dai Visconti e nel cui cortile venivano allevati i feroci mastini con cui Bernabò Visconti terrorizzava i cittadini milanesi e a cui è dedicato un intero capitolo del libro.

la Principessa Sissy e il suo cane
Principessa Sissy

Il libro descrive il legame fortissimo che ha portato uomini e donne di potere, re e regine, papi e cardinali, a scendere a patti con cani e gatti diventati veri e propri confidenti, quasi consiglieri, con onori e privilegi negati perfino ai più altolocati cortigiani o parenti. Dalla Regina Vittoria, la più cinofila di tutte le sovrane, che volle un canile per ogni castello, a Federico II di Prussia, che lasciò ordine di essere sepolto a fianco degli amati levrieri e dell’inseparabile Biche.

Dalla Principessa Sissi, che amava terrorizzare tutti con i suoi possenti cagnoni, ai Pontefici irriducibili “gattari”, fino a quel cane anonimo che nell’antichità nordica venne addirittura incoronato re in Danimarca, oppure al petulante carlino che metteva al posto suo il grande Napoleone a suon di morsi sui polpacci, passando per Caterina di Russia, Ludovico Gonzaga, Re Sole, Carlo I e Carlo II d’Inghilterra (entrambi letteralmente ossessionati da cagnetti che ancora oggi portano il loro nome, i King Charles Spaniel) e naturalmente la regina Elisabetta che ha fatto dei suoi corgi dei veri e propri divi a cui sono stati dedicati documentari e perfino una serie a cartoni animati. E non ultima la regina Camilla, che per la cerimonia di incoronazione si è fatta ricamare in oro sull’abito i suoi due Jack Russell.

Cane fedele vicino il suo padrone
Ludovico Gonzaga, marchese di Mantova

Cani fedelissimi, compagni fino al passo estremo, come nel caso di Maria Stuarda, che portò con sé il suo cagnetto fin sul patibolo, oppure come quel povero cagnolino che condivise coi suoi padroni, i potentissimi Romanov, Zar di tutte le Russie, la terribile sorte morendo fucilato con la famiglia imperiale e i cui resti, venuti alla luce quasi un secolo dopo, hanno permesso di ricostruire con esattezza uno dei grandi misteri della Storia. E se il sovrano perde il suo cucciolo adorato, allora si assiste a vere e proprie opere di devozione: Carlo VI di Francia si fa confezionare guanti con la pelle del suo insostituibile levriero e Pietro il Grande, padre del grande impero russo, impaglia i suoi cuccioli per tenerli sempre con sé (oggi esposti in un museo). Ma anche storie a lieto fine, come quella di quel soldataccio di Ludovico Gonzaga, marchese di Mantova, che fa battere palmo a palmo il suo feudo affinché si ritrovi l’amato Rubino, splendido cane che si è meritato perfino l’onore di essere ritratto dal Mantegna.


E ancora i viziatissimi carlini di Maria Antonietta o Madame de Pompadour, il sofisticato gatto persiano bianco di Luigi XV a cui i cortigiani dovevano inchinarsi, i mici del cardinale Richelieu, i cagnetti che Enrico III di Francia teneva amorevolmente in una cesta portata appesa al suo collo con ricchi nastri, fino agli imperatori della lontana Cina che dalla Città Proibita trafficavano cagnetti di alto rango con l’Occidente. E commuove davvero quella foto in bianco e nero che mostra il piccolo Cesar, il cagnolino amatissimo di re Edoardo VII d’Inghilterra, seguire il feretro di quello che un paese intero piangeva come sovrano ma che per lui non era altro che il suo baffuto padrone. Cani per terrorizzare: li usavano i Visconti a Milano, il cui palazzo venne chiamano “Ca’ di can”, costringendo la popolazione a prendersene cura sfamandoli.

un uomo, una donna, con i loro animali domestici
Carlo X

Ma c’è spazio anche per una giraffa regalata a Carlo X di Francia diventata famosa come una diva e per un grosso elefante morto di stento tra i saloni di Versailles. Insomma, un viaggio nelle pieghe della Storia alla scoperta di un aspetto assai poco conosciuto, ma utilissimo per comprendere a fondo la personalità di personaggi che troppo spesso conosciamo solo per la portata storica delle loro azioni. Un modo come un altro per fare le pulci alla Storia.

 

Il volume è diviso in capitoli dedicati alle diverse dinastie con alcuni capitoli speciali dedicati a sovrani che hanno avuto un rapporto particolarmente complesso con i loro cani e gatti.

 

L’autore

Enrico Ercole (Milano, 1973), giornalista, “storiofilo”, consulente di importanti riviste e trasmissioni tv, ed esperto di razze feline, collaboratore della rivista “Gatto Magazine”, ha raccolto negli anni una sterminata documentazione che testimonia in modo puntuale e approfondito quanto il rapporto tra i sovrani e i loro animali abbia spesso condizionato la vita dei potenti e, qualche volta, perfino le loro scelte politiche.


Ha firmato la consulenza storica per la puntata del programma “Ulisse” di Alberto Angela su Rai 1 dedicata alla figura storica della principessa Sissi, è stato ospite di Corrado Augias per la trasmissione Enigma su Rai Tre dedicata al confronto tra Sissi e Lady D, è stato ospite della trasmissione Segreti su TV2000 per le puntate dedicate a Sissi, Mozart e Ludwig II di Baviera. Ha collaborato con le riviste Civiltà, BBC History, Re e Regine.


Ha inoltre tenuto incontri e conferenze per l’Austria Italia Club di Milano con il patrocinio dell’Ambasciata Austriaca e ha curato le mostre “Maria Antonietta. Il Mito” (Milano 2006) e “Elisabetta d’Austria e il mito di Sissi (Milano 2008 e Torino 2009).  Ha scritto numerosi articoli sul rapporto dei gatti con la musica e dal 2017 è direttore artistico con Riccardo Mazzoni del festival La Città dei Gatti. 

 

 

 

 

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