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Il ruolo sociale dell’architettura: la mostra “Positivo e Negativo”indaga il valore del vuoto e degli spazi pubblici

  • Immagine del redattore: Francesca Lovatelli Caetani
    Francesca Lovatelli Caetani
  • 2 giorni fa
  • Tempo di lettura: 4 min

In occasione della Milano Arch Week 2025, l’esposizione di MAB Arquitectura a Theatro Milano racconta i 20 anni di attività dello studio, attraverso una riflessione sull’architettura quale pratica etica, sociale e inclusiva. Un’indagine sul progetto del “vuoto”, inteso quale spazio intangibile delle relazioni, dei flussi, della rappresentazione, e sul suo ruolo nei processi di rigenerazione urbana e nel contrasto alle disuguaglianze.


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MAB Arquitectura, mostra “Positivo e Negativo”. Ph Daniele Zipeto 


 In occasione della Milano Arch Week 2025MAB Arquitectura, fondato da Floriana Marotta e Massimo Basile, presenta la mostra “Positivo e Negativo”, un percorso espositivo che indaga il delicato equilibrio tra costruito e vuoto, tema centrale della ricerca progettuale che lo studio porta avanti da vent’anni. La mostra sarà ospitata negli spazi espositivi di Theatro Milano in via Vigevano dal 27 ottobre al 2 novembre 2025.

 

Attraverso modelli, disegni, illustrazioni e fotografie dei progetti dello studio, la mostra mette in scena una riflessione sulla città quale elemento vivo che interagisce e si trasforma, interrogandosi sul modo in cui l’architettura possa contribuire nel mitigare e contrastare gli squilibri economici, culturali e sociali creando spazi inclusivi, democratici, multiculturali. Partendo da una selezione di progetti dello studio, il percorso invita a riflettere su una domanda chiave: “Che ruolo ha il vuoto in architettura?”. Una sezione della mostra è dedicata alle illustrazioni dell’artista Federico Babina che nell’opera “Architettura in dodici atti” restituisce una personale lettura dei lavori dello studio, indagando il tema della mostra con il suo inconfondibile tratto. 


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MAB Arquitectura, mostra “Positivo e Negativo”. Ph Daniele Zipeto 

Il 29 ottobre 2025 alle ore 18:30 le tematiche della mostra saranno approfondite con il talk “Progettare il vuoto - Il ruolo dello spazio delle relazioni nella città contemporanea”, un momento di confronto aperto al pubblico che approfondisce il valore dello spazio pubblico quale strumento di coesione sociale. Architetti, urbanisti ed esperti di innovazione culturale – tra cui Ezio Micelli, professore ordinario presso l'Università IUAV di Venezia, Federico Babina, architetto e illustratoreFloriana Marotta, architetto e fondatrice di MAB Arquitectura, e Giordana Ferri, Direttore Esecutivo della Fondazione Housing Sociale, con la moderazione di Paolo Bovio (Will Media) – rifletteranno sul modo in cui la progettazione del “vuoto” possa diventare leva di rigenerazione urbana, contribuendo a costruire comunità inclusive, multiculturali e resilienti. L’incontro sarà l’occasione per discutere i contenuti della mostra e confrontarsi su esperienze concrete di trasformazione urbana e modelli di governance capaci di restituire centralità allo spazio delle relazioni nella città di oggi. 

 

La mostra

La prima sala accoglie la serie “Architettura in dodici atti” dell’artista Federico Babina, una raccolta di opere ispirate a dodici progetti realizzati da MAB Arquitectura. Le illustrazioni reinterpretano l’architettura attraverso una visione artistica che evidenzia il dualismo tra pieno e vuoto, tra la rigorosa composizione del costruito e la morbidezza delle linee del paesaggio non edificato. Il linguaggio di Babina, fatto di ritmo, segno e colore, restituisce una lettura inedita e personale del lavoro di MAB Arquitectura, costruendo un vero e proprio vocabolario visivo che connette le diverse opere. 

Il percorso espositivo prosegue con una selezione di progetti che mostrano in che modo la progettazione del negativo rappresenti il fulcro del processo creativo di MAB: dare forma allo spazio intangibile dei flussi, dei percorsi e delle relazioni visive e fisiche di chi abiterà i luoghi, mettendo al centro la persona e la collettività. 


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 MAB Arquitectura, mostra “Positivo e Negativo”. Ph Daniele Zipeto 

I progetti sono ordinati secondo una gradualità di scala, da quella urbana a quella dell’edificio, e presentati attraverso modelli che indagano il rapporto tra pieno e vuoto, mettendo in risalto — in un esercizio di astrazione — la sola dimensione spaziale. La riflessione sullo spazio vuoto trova continui rimandi e ispirazione nell’opera di numerosi artisti che hanno indagato il tema dal punto di vista spaziale e filosofico, come Eduardo Chillida, Jorge Oteiza, Antoni Tapies, Alberto Burri, Alberto Giacometti, e si ritrova anche in molte opere di architetti in cui la sottrazione, il vuoto e il dialogo tra vuoto e pieno costituiscono il centro del progetto. 

 

Su una parete sono presentati tre progetti che a scala diversa mostrano il ruolo centrale dello spazio vuoto nella definizione di un dialogo tra esterno e interno (centro associativo e residenze per lavoratori Patronage Laïque, Parigi), nel definire spazi per la collettività (Centro Parrocchiale e Casa Canonica di Reggiolo), e nel creare un sistema paesaggistico capace di integrare nuovo ed esistente (il progetto residenziale Abitare a Milano – via Gallarate). Tre video accompagnano i modelli, restituendo i punti di vista degli attori coinvolti — abitanti, committenti e progettisti.


Sei ulteriori progetti esplorano le diverse declinazioni del vuoto mostrando in modo più astratto la tensione tra vuoto e pieno: il Centro Culturale Integrato Città Alessandrina, dove il flusso di connessione urbana si materializza nel vuoto tra i volumi, le residenze in via Piranesi 44, dove il vuoto si cristallizza in una corte vibrante, la Biblioteca Europea Beic, dove lo spazio centrale diventa un grande vuoto verticale. Nelle residenze Habitat La Goccia, il vuoto esercita una forza centrifuga che si espande su un asse diagonale, mentre nel Mediopadana Innovation District è declinato in un sistema topografico che genera un paesaggio artificiale  cangiante.

 

Al centro della sala, plastici, disegni e pubblicazioni raccontano i progetti delle due pareti, mostrando in che modo un pensiero astratto si traduca in luoghi fisici, spazi pubblici ed edifici. Sul fondo, una parete specchiante, metafora dello spazio vuoto abitato, riflette i visitatori e li invita a interrogarsi sulla domanda che guida l’intera mostra: “Che cosa significa progettare il vuoto?”. 

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